In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sostenibilità e dell’efficienza energetica, l’Italia sta compiendo passi significativi attraverso politiche incentrate sulla riqualificazione degli edifici. Due iniziative cruciali in questo contesto sono il Super Bonus e l’Emendamento Spalma Detrazioni, entrambi mirati a promuovere investimenti che migliorino l’efficienza energetica e riducano l’impatto ambientale.
Il Superbonus è un’iniziativa introdotta dal governo italiano per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Questo bonus prevede la possibilità di ottenere una detrazione fiscale fino al 110% per determinati interventi, come il miglioramento dell’isolamento termico, l’installazione di pannelli solari, la sostituzione di serramenti e la realizzazione di impianti geotermici. Ciò significa che non solo è possibile recuperare l’intero importo dell’investimento sotto forma di detrazione fiscale, ma anche ottenere un ulteriore vantaggio economico.
L’ Emendamento Spalma Detrazioni, invece, è stato introdotto per consentire ai contribuenti di usufruire delle detrazioni fiscali in modo più agevole e diluito nel tempo. In pratica, anziché recuperare l’intero importo della detrazione in un’unica soluzione, è possibile distribuirlo su 10 anni, rendendo così gli interventi di riqualificazione energetica più accessibili anche per chi non dispone di risorse finanziarie immediate.
Queste iniziative non solo favoriscono la transizione verso un’energia più pulita e sostenibile, ma hanno anche un impatto positivo sull’economia, creando opportunità occupazionali nel settore delle costruzioni e promuovendo l’innovazione tecnologica. Inoltre, migliorare l’efficienza energetica degli edifici riduce i costi a lungo termine per i proprietari e contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra, svolgendo così un ruolo fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico.
Chi è interessato dalla spalmatura decennale delle detrazioni?
L’obbligo di spalmare in dieci anni le detrazioni fiscali riguarda tutti coloro che intendono usufruire del Superbonus e di bonus simili a partire dal primo gennaio 2024. Questa regola si applica esclusivamente ai contribuenti che detengono direttamente i crediti, ovvero coloro che non hanno optato per lo sconto in fattura o per la cessione del credito a terzi come banche o altre imprese. Questa misura colpisce direttamente i privati cittadini e i condomini che speravano di poter compensare in tempi brevi le spese sostenute con risparmi fiscali immediati.
L’emendamento introduce anche una norma volta a contrastare pratiche potenzialmente speculative nel mercato dei crediti fiscali. Dal 2025, le banche e gli intermediari finanziari che acquisiscono crediti derivanti dal superbonus o dal sismabonus a un prezzo inferiore al 75% del loro valore nominale, non potranno utilizzarli immediatamente per compensazioni, ma dovranno distribuirli in sei rate annuali. Questo provvedimento si è reso necessario per disincentivare l’acquisto speculativo di crediti a prezzi fortemente ribassati, una pratica che potrebbe minare l’efficacia degli incentivi fiscali destinati a promuovere la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale e la riqualificazione ambientale.
L’emendamento del governo ha imposto la spalmatura decennale delle detrazioni ottenute tramite Superbonus, Sismabonus, e il bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche, cambiando radicalmente l’approccio precedente. Tali modifiche non solo influenzano i diretti beneficiari delle detrazioni, ma anche banche e imprese che operano con i crediti fiscali. Si attende per oggi l’Ok del Senato. Ma chi sarà realmente colpito da queste novità? E quali strategie potranno adottare le aziende e i privati per navigare in questo nuovo scenario fiscale? Scopriamo insieme quali sono le prospettive e le sfide che attendono i diversi attori coinvolti.
Chi è interessato dalla spalmatura decennale delle detrazioni?
L’obbligo di spalmare in dieci anni le detrazioni fiscali riguarda tutti coloro che intendono usufruire del Superbonus e di bonus simili a partire dal primo gennaio di quest’anno. Questa regola si applica esclusivamente ai contribuenti che detengono direttamente i crediti, ovvero coloro che non hanno optato per lo sconto in fattura o per la cessione del credito a terzi come banche o altre imprese. Questa misura colpisce direttamente i privati cittadini e i condomini che speravano di poter compensare in tempi brevi le spese sostenute con risparmi fiscali immediati.
Per i condomini che hanno già avviato lavori approvando i progetti entro novembre 2022 e depositato la Cilas entro dicembre 2022, esiste ancora la possibilità di beneficiare della detrazione del 70% e di usufruire dello sconto in fattura. Questa è una finestra temporale che permette a questi soggetti di completare i lavori usufruendo ancora delle condizioni favorevoli precedentemente stabilite. Tuttavia, la disponibilità di banche o imprese disposte a applicare tali sconti potrebbe ridursi a causa delle nuove normative che limitano l’uso dei crediti fiscali.
Limitazioni all’uso dei crediti per banche e intermediari finanziari
Dal 2025, una nuova regolamentazione limiterà significativamente le capacità delle banche e degli intermediari finanziari di utilizzare i crediti fiscali per compensare debiti previdenziali e assicurativi verso enti come l’INPS e l’INAIL. Questo provvedimento mira a prevenire che tali entità sfruttino eccessivamente i vantaggi fiscali derivanti dai crediti del Superbonus, che erano inizialmente destinati a incentivare interventi edilizi di miglioramento energetico e sicurezza strutturale. Le banche, che hanno accumulato ingenti crediti fiscali attraverso l’acquisto da terzi, trovano ora un ostacolo significativo. La “capienza fiscale”, ovvero la capacità di utilizzare tali crediti, potrebbe non essere sufficiente per assorbire il valore totale dei crediti in possesso, rischiando di perdere il valore eccedente. Ciò potrebbe risultare in un considerevole impatto finanziario per le banche più esposte.
Nonostante le restrizioni introdotte, alcune entità rimangono al di fuori del perimetro di applicazione di queste nuove norme. Le imprese di costruzione che hanno beneficiato dello sconto in fattura e le imprese che hanno in bilancio crediti da Superbonus non sono soggette alla nuova regolamentazione sulle compensazioni. Inoltre, le Poste Italiane rappresentano un caso particolare; nonostante siano soggette a obblighi di vigilanza bancaria, non rientrano nella categoria degli intermediari finanziari previsti dall’articolo 106 del Testo Unico Bancario e possono quindi continuare a compensare i crediti fiscali con i contributi INPS e INAIL.
L’emendamento introduce anche una norma volta a contrastare pratiche potenzialmente speculative nel mercato dei crediti fiscali. Dal 2025, le banche e gli intermediari finanziari che acquisiscono crediti derivanti dal superbonus o dal sismabonus a un prezzo inferiore al 75% del loro valore nominale, non potranno utilizzarli immediatamente per compensazioni ma dovranno distribuirli in sei rate annuali. Questo provvedimento è inteso a disincentivare l’acquisto speculativo di crediti a prezzi fortemente ribassati, una pratica che potrebbe minare l’efficacia degli incentivi fiscali destinati a promuovere la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale.